CYBER SECURITY E DISABILITÀ, A ROMA IL PROGETTO ‘LUCIA’ FORMA 200 RAGAZZI


A Roma la terza sessione del percorso promosso dalla Cyber Security Foundation e da Capodarco per un uso sicuro e consapevole di Internet

La sicurezza digitale come diritto e come leva di inclusione.

È questa la sfida che la Cyber Security Foundation e Capodarco Impresa Sociale hanno scelto di affrontare con il progetto ‘Lucia’, dedicato alle persone con disabilità cognitiva.

La terza sessione del percorso si è svolta a Roma, coinvolgendo oltre 200 ragazze e ragazzi in una giornata di formazione sulla prevenzione dei rischi online e sull’uso consapevole della tecnologia.

UN PERCORSO PER L’USO CONSAPEVOLE DEL DIGITALE

La prima e più sicura password è la coscienza digitale”. Con questa premessa si è aperta la terza sessione di ‘Lucia’, il programma ideato per favorire un uso sicuro di Internet e degli smartphone da parte di persone con disabilità cognitiva e dei loro educatori.

L’iniziativa, sostenuta dalla Cyber Security Foundation, la prima fondazione non profit in Italia dedicata al mondo cibernetico, e da Capodarco Impresa Sociale, ha posto l’accento sulla prevenzione dei rischi più diffusi in rete.

ISTITUZIONI E ESPERTI A SUPPORTO

Alla giornata hanno partecipato esponenti istituzionali e specialisti di settore, tra cui operatori dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale (Acn), della Polizia Postale e dei Carabinieri del Comando Generale.

Presenti anche i partner che hanno sostenuto l’iniziativa e i membri della Cyber Security Foundation.

In platea, oltre ai giovani partecipanti, erano presenti educatori e formatori, creando un ambiente protetto e inclusivo, pensato per facilitare l’apprendimento e il confronto diretto con professionisti della sicurezza digitale.

DAI LABORATORI INFORMATICI ALLA COMUNITÀ DI APPRENDIMENTO

Il progetto ‘Lucia’ è stato ideato e incoraggiato da Eleonora Borgiani, membro del Consiglio di amministrazione della Fondazione.

Nato un anno fa con la firma di un protocollo d’intesa e la donazione di pc e tablet, il programma ha dato vita al primo laboratorio informatico presso la sede romana di Capodarco.

Da allora, ha sviluppato una comunità di apprendimento che unisce competenze tecniche e attenzione educativa, diventando un modello di inclusione digitale.

BUONE PRATICHE E STRUMENTI CONCRETI

Sotto la supervisione di Vittorio Baiocco, membro della Fondazione, si sono alternati gli esperti Alessandro Fontana, Federico Santi e Gianluca Cimino, che hanno illustrato le principali buone pratiche per la sicurezza online, i segnali di allarme da riconoscere e gli strumenti utili per difendersi da truffe, molestie, furti d’identità e disinformazione.

L’obiettivo è stato quello di fornire nozioni semplici e applicabili nella vita quotidiana, per rafforzare la consapevolezza dei partecipanti e ridurre i rischi digitali.

UNA RISPOSTA CONDIVISA AI RISCHI DELLA RETE

L’apertura dei lavori è stata affidata al fondatore e presidente della Cyber Security Foundation, Marco Gabriele Proietti, mentre la chiusura alla voce del vicepresidente operativo Matteo Macina.

La sicurezza digitale è un diritto fondamentale – afferma Proietti – e lo è ancora di più per chi può trovarsi in condizione di maggiore vulnerabilità.

Con ‘Lucia’ portiamo strumenti semplici e verificabili nelle mani di giovani, famiglie e referenti educativi, perché consapevolezza e indipendenza diventino la prima difesa.

Così trasformiamo il digitale da rischio a leva di autonomia e inclusione.

La collaborazione con Capodarco, con le istituzioni e il mondo delle imprese intervenuti dimostra l’efficacia di una risposta condivisa che coinvolga tutti gli attori in campo. Perché dai rischi della Rete ci si protegge più efficacemente facendo rete”.

IL FUTURO DEL PROGETTO

La terza sessione di Roma segna una tappa importante, ma non conclusiva, del cammino di ‘Lucia’. La sfida è quella di estendere il modello ad altre realtà italiane, consolidando la sinergia tra fondazioni, istituzioni e imprese.

Il progetto mira a rafforzare una cultura della coscienza digitale capace di accompagnare i più giovani, soprattutto quelli in situazioni di fragilità, verso un rapporto sicuro e positivo con le tecnologie.

In questo modo, la rete si trasforma da potenziale minaccia a strumento di inclusione sociale, crescita e autonomia.