Vita indipendente delle persone con disabilità: realtà sarda, modello virtuoso da imitare

La vita indipendente delle persone con disabilità è un tema che conosce realtà differenti sul nostro territorio.

Sebbene infatti vi sia una fetta cospicua di risorse stanziate, sono ancora troppo poche le regioni italiane in grado di gestire nella giusta maniera i fondi destinati alla progettazione di soluzioni di vita indipendente personalizzata.

AboutPeople Magazine inizia oggi un viaggio, attraversando la penisola, per cercare di comprendere meglio quanto si stia facendo nel nostro Paese in termini di applicazione delle direttive della Convenzione ONU del 2006 e di quanto disposto dalle altre norme vigenti a riguardo.

La Sardegna è una delle regioni italiane che si distingue per aver investito maggiormente in buone pratiche per garantire una qualità di vita migliore ai suoi cittadini più fragili.
Quando si parla di esempio virtuoso, si fa riferimento al cosiddetto “Modello Sardegna”, per sottolineare un approccio, del tutto originale rispetto a quello adottato in altri territori del nostro Paese, che si caratterizza dall’esser stata in grado di dare concreta attuazione alla legge 162/98, volta alla realizzazione di “Piani Personalizzati” di assistenza alla persona con disabilità.
Un modello nato venti anni fa, da un processo partito “dal basso”, in risposta ad un massiccio movimento messo in atto dalle persone con disabilità grave e dalle loro famiglie, basato sulla co-progettazione e la personalizzazione degli interventi, con la co-responsabilità dell’istituzione locale e della stessa persona con disabilità.
Un forte desiderio quello manifestato in tal maniera da parte di numerose famiglie, avente come unico obiettivo, migliorare la qualità di vita dei loro figli, mediante la predisposizione di servizi “su misura”, dei quali essere co-decisori, per il pieno sviluppo del loro potenziale, all’insegna di una società inclusiva, e del contrasto alla discriminazione ed alla segregazione nelle strutture di ricovero.
UN PO DI NUMERI
Sono oltre 44.000 i piani personalizzati e co-progettati in Sardegna, ai quali si aggiungono le domande per i nuovi progetti, con un impegno finanziario pluriennale pari a 241.480.000,00 euro.

Recentemente si è introdotta anche la possibilità di accesso alle nuove domande in corso dell’anno, per sopravvenuta certificazione di disabilità, esibite oltre il termine della presentazione stabilito.
In totale, la Regione Sardegna ha investito in piani personalizzati e co-progettati per le persone con disabilità grave – tra la già citata legge 162 ed il “Ritornare a Casa Plus”, altro segmento che si colloca all’interno della progettazione personalizzata che conta attualmente 4.300 persone con disabilità gravi, come ad esempio quelle con Sla, che vivono in seno alle loro famiglie con i dovuti supporti – circa 180 milioni di euro nell’anno 2023.

Sono oltre 1,8 miliardi di euro le risorse investite in questi 20 anni.

In Italia sono solo 8400 i progetti, attivati sul Dopo di Noi (Legge 112/16) un dato di gran lunga inferiore rispetto ai finanziamenti ricevuti.

CRITERI DI PROGETTAZIONE PERSONALIZZATA

“I criteri sono stati elaborati dalla Regione Sardegna, con il contributo della Commissione consultiva istituita con decreto assessoriale, composta da rappresentanti dei Comuni, della ASL, e rappresentanti del terzo settore.
Spetta sempre alla Regione invece disciplinare le modalità di realizzazione di piani personalizzati, gestiti anche in forma indiretta dagli stessi soggetti che ne facciano richiesta, con verifica delle prestazioni erogate e della loro efficacia da parte ed in collaborazione con l’ente locale”-sostiene la dottoressa Francesca Palmas Pedagogista clinica, Associazione ABC Sardegna -.

Dottoressa Francesca Palmas Pedagogista clinica, Associazione ABC Sardegna –

L’accesso ad un progetto personalizzato, al contrario di quanto stabilito in altre regioni italiane, è aperto a tutti, non ci sono limiti di età o di “patologia”.

Unico requisito richiesto è la certificazione ai sensi dell’art.3 comma 3 della L.104/92

Sono previsti diversi moduli di predisposizione del piano, da cui emerge innanzitutto la gravità delle condizioni di salute del destinatario del progetto, da cui è possibile rilevare lo stato di autonomia e di relazione dello stesso.

Il secondo elemento da considerare riguarda la situazione familiare di quest’ultimo, oltre al carico e la programmazione dell’intervento con relativo piano di spesa per realizzarlo.

La risultante di questi parametri darà la reale dimensione del bisogno e del relativo progetto a cui è legata l’effettiva entità del finanziamento.

Sono 44.000, ad oggi, le persone che usufruiscono di questi progetti.

Si tratta – come afferma la Palmas – “di un processo di partecipazione per la costruzione di servizi a loro dedicati; un modello di partecipazione, co-progettazione e personalizzazione, in cui le famiglie stesse operano per i diritti dei propri figli, affinché si possa costruire una società che permetta a tutti di scegliere dove e con chi vivere, in famiglia o con percorsi di vita indipendente, nel proprio territorio e comunità, evitando ogni forma di istituzionalizzazione, segregazione o discriminazione, con una ricaduta di benessere e vantaggio per tutti, rendendo la società della nostra Isola più inclusiva e migliore”.

È una buona prassi che consente alle famiglie di poter continuare a prendersi cura dei propri cari, potendo contare sulla sussistenza di giusti supporti.


Chi ha avuto un progetto personalizzato nel 2001, gode a tutt’oggi di un budget che conferisce stabilità e continuità allo stesso.

Nessuno viene lasciato solo.

L’esperienza nel settore, ha dimostrato in questi anni come la spesa pubblica necessaria per sostenere un progetto di vita, sia nettamente inferiore rispetto alla quantità di risorse economiche impiegate per le istituzionalizzazioni.

COMPETENZE DEL COMUNE
Interlocutore principale nell’iter burocratico che conduce alla realizzazione di un progetto di vita indipendente, è il comune, il quale attraverso una valutazione personale e sociale di chi ne fa richiesta, stabilisce gli interventi da adottare.

Anche le modalità di gestione vengono effettuate congiuntamente tra l’interessato ed il comune.

La persona, o chi la rappresenta, rendiconta mensilmente riguardo agli sviluppi del progetto, mentre invece l’ente locale è tenuto a rendicontare annualmente.

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Fonte:


RAS Regione Sardegna- Elaborazione Centro Studi ABC Sardegna) – Nella Tabella Solo piani personalizzati legge 162.
Flusso finanziamenti

Mirella Madeo

Giornalista pubblicista ed Avvocato, disabile. Ho 50 anni e vivo a Ravenna.

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