LA SCELTA di un figlio: la donazione degli organi e il dono della vita attraverso la poesia

Sono qui, in qualità di figlio di un donatore, letteralmente devastato dalla responsabilità di compiere per mia madre, che mi ha lasciato l’8 febbraio del 2021, una scelta che ha cambiato la vita a molte persone, me compreso. L’espianto degli organi di mia madre è stato eseguito al Policlinico Umberto 1° di Roma.

Se mi leggi e vuoi conoscere chi, con il suo atto di generosità, ti ha donato una nuova vita, puoi farlo anche attraverso la sua poesia.

Ti lascio il titolo del suo libro, pubblicato a distanza di due anni dalla sua scomparsa.

Ti aspetto, Marco”

È questo uno dei tanti appelli che Marco ha postato sui social, nella vana speranza di potersi mettere in contatto con chi ha ricevuto gli organi di Paola, sua madre.

Paola, sorridente ad una festa

Quando quella notte che li ha divisi per sempre, si è trovato a dover fare una scelta, LA SCELTA, Marco decise di non arrendersi alla morte.

“A seguito del suo decesso mi sono trovato a dover decidere tra un brutale spegnimento delle macchine di rianimazione per il supporto respiratorio e l’espianto e, senza mai averne parlato con lei, ho preso la decisione di scegliere la rinascita per altre tre persone”.

“L’avevo sentita alle 13:00 circa.

Ci siamo detti cosa avevamo mangiato e che ci saremmo risentiti alla mia uscita dall’ufficio

Alle 16:45 ho iniziato a chiamarla, fino a quando non sono arrivato a casa sua.

Abitavamo vicini.

Sembrava dormisse serenamente sulla sua poltrona.

Russava, ma non rispondeva più a nulla.

Disperato, le ho praticato un massaggio cardiaco e le ho preso la saturazione al dito, in attesa che arrivassero i soccorsi.

È stato un momento drammatico, ma i giorni a seguire sono stati anche peggio.

Mi hanno subito detto che non era operabile e che non c’era più nulla da fare per lei.

La disperazione era sempre più padrona delle mie azioni.

Cercavo di guadagnare tempo, sapevo che non avrebbero spento subito le macchine che la tenevano in vita e che sarebbero passate tante altre ore prima che il battito del suo cuore venisse fermato, ma intanto continuava a battere insieme al mio.

Il pensiero di poter trasformare un evento così lancinante di dolore per me in un momento di rinascita per altre tre famiglie che non sapevo da quanti anni stessero potenzialmente soffrendo, in quelle ore di indicibile angoscia, era l’unica cosa che poteva rimettere me e lei su un nuovo binario di vita, in pace, a posto con la coscienza e in ricerca di una lontana serenità per me, per lei forse, e per tanti altri.

Un’opportunità in un momento in cui opportunità non ce ne erano affatto.

Non saprò mai se mia madre ha condiviso la scelta della donazione, non abbiamo mai affrontato l’argomento, ma per la persona generosa che era, credo proprio di sì.

Alcuni mesi dopo l’espianto ho avuto notizia che quel gesto altruista ha salvato la vita a due persone con problemi renali e ad una con un tumore al fegato.

Alla fine, credo di aver fatto la scelta giusta, anche se con molta sofferenza.

L’estate seguente all’accaduto, ho scoperto da un’amica di famiglia, che aveva affrontato con lei il discorso donazione e che, in quella circostanza, aveva speso parole di assoluta approvazione per quello che riteneva essere un gesto di puro amore verso gli altri.

Ma io, inchiodato a quel maledetto bivio, in un momento drammatico per un figlio, non lo sapevo ancora. Ero solo a dover decidere per lei.

Mamma adorava l’arte, la poesia, così ad un anno dalla sua morte, ho deciso di far pubblicare una raccolta di sue poesie in vernacolo romanesco.

Ne ho tenuto da parte alcune copie, di cui mi piacerebbe farne omaggio a chi quella notte, grazie a lei, ha ricevuto il dono della vita.

In fondo qualcosa ci lega, una mia decisione difficile, ha aperto loro le porte della speranza in un futuro di serenità.

Marco ha preso una decisione incredibilmente difficile in un momento drammatico, ma scegliendo di donare gli organi di sua madre, ha permesso che altre persone avessero una seconda possibilità.

Un atto di straordinaria generosità, in un momento di estremo dolore per un figlio, che ha fatto onore alla memoria di sua madre, una donna solare, con la passione per la poesia.

La pubblicazione dei suoi versi, sono un modo per condividere il suo ricordo, per connettersi, in qualche modo, con coloro che, grazie a lei, hanno ricevuto il dono della vita.

Un gesto compassionevole per il prossimo.

Mirella Madeo

Giornalista pubblicista ed Avvocato, disabile. Ho 50 anni e vivo a Ravenna.

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