La sentenza n. 1178/2024 emessa recentemente dal Consiglio di Stato ha suscitato un dibattito acceso, a seguito del rigetto del ricorso presentato dai genitori di uno studente disabile, a cui il Comune aveva ridotto le ore di assistenza scolastica per l’anno 2022/2023 a dispetto di quanto previsto nel PEI – Piano Educativo Individualizzato – e richiesto dalla scuola.
I genitori sostenevano che il diritto all’inclusione scolastica dovesse prevalere sulle limitazioni di bilancio, ma il Consiglio di Stato ha stabilito diversamente.
Secondo la sentenza, il PEI è una proposta condizionata alle risorse disponibili, facendo riferimento al concetto di “accomodamento ragionevole” della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità.
È stato, inoltre, sottolineato che la riduzione delle ore di assistenza non avrebbe compromesso il percorso educativo dello studente.
LA POSIZIONE DELLA FISH E LA GIURISPRUDENZA COSTITUZIONALE
La FISH – Federazione per il Superamento dell’handicap-ha chiesto al Consiglio di Stato di rivedere questa posizione, ritenendola in contrasto con la giurisprudenza, in punto di diritto, della Corte Costituzionale.
Vincenzo Falabella, presidente della FISH, ha espresso preoccupazione per le “gravi incongruenze” e il “palese conflitto” con le precedenti decisioni della Corte Costituzionale e dello stesso Consiglio di Stato.
Falabella ha auspicato la convocazione di un’adunanza generale del Consiglio di Stato per adottare un orientamento che rispetti pienamente i diritti degli studenti con disabilità, senza condizionamenti economici, evidenziando come questo pronunciamento rappresenti un arretramento culturale per il Paese.
L’ANALISI DEL PROFESSORE GIUSEPPE ARCONZO SULLA SENTENZA
Giuseppe Arconzo, docente di diritto costituzionale e dei Diritti delle persone con disabilità e di Diritto regionale e degli enti locali all’Università Statale di Milano, ha fatto un’attenta disamina della sentenza, evidenziandone le criticità e le possibili conseguenze.
La pronuncia della Corte – ha spiegato Arconzo – fa una netta distinzione tra l’assistenza didattica fornita dagli insegnanti di sostegno e l’assistenza per l’autonomia e la comunicazione, configurando quest’ultima come una misura subordinata alle disponibilità di bilancio del Comune.
Questa distinzione, secondo Arconzo, riduce la concretezza del diritto allo studio per le persone con disabilità, ignorando il ruolo cruciale degli assistenti all’autonomia ed alla comunicazione nell’inclusione scolastica.
L’ACCOMODAMENTO RAGIONEVOLE E LE SUE IMPLICAZIONI
Arconzo ha poi argomentato sull’interpretazione del concetto di “accomodamento ragionevole” da parte del Consiglio di Stato, sostenendo che il tribunale ha utilizzato questo principio in modo inappropriato per giustificare la riduzione delle ore di assistenza.
L’accomodamento ragionevole, previsto dalla Convenzione ONU, si riferisce a misure che non impongono oneri finanziari sproporzionati.
Tuttavia, Arconzo ha evidenziato che la sentenza manca di una concreta analisi finanziaria per determinare se davvero l’onere fosse sproporzionato, limitandosi a osservazioni generali e troppo vaghe.
Questo, secondo Arconzo, rappresenta un paradosso inaccettabile che rischia di compromettere il diritto allo studio degli alunni con disabilità, contraddicendo l’intento della Convenzione stessa.
LA POSSIBILE CREAZIONE DI UN PRECEDENTE PERICOLOSO
Una sentenza che secondo il professor Arcanzo rappresenta un pericoloso precedente che potrebbe indurre altri enti locali a ridurre le ore di assistenza scolastica per motivi economici, compromettendo l’inclusione degli alunni con disabilità.
Questi ha inoltre sottolineato l’importanza della giurisprudenza costituzionale, come la sentenza n. 275 del 2016, che afferma che i diritti fondamentali devono prevalere sulle considerazioni di bilancio.
Arconzo ha criticato il Consiglio di Stato per non aver tenuto conto di questi principi e per non aver richiesto l’intervento della Corte Costituzionale, aprendo così la strada a una pericolosa riduzione delle tutele per gli studenti con disabilità.In questo modo, l’argomentazione sul concetto di “accomodamento ragionevole” si inserisce coerentemente nel testo, approfondendo l’analisi della sentenza.
OSSERVAZIONI FINALI
La sentenza 1178/2024 del Consiglio di Stato rappresenta un punto di svolta potenzialmente negativo nella tutela dei diritti degli studenti con disabilità in Italia.
Il pronunciamento, che consente la riduzione delle ore di assistenza scolastica in base alle risorse economiche dei Comuni, rischia di compromettere l’effettività del diritto all’inclusione scolastica, un principio sancito dalla nostra Costituzione e dalla giurisprudenza della Corte Costituzionale.
Il dibattito sollevato da questa decisione evidenzia la necessità di una riflessione approfondita sul bilanciamento tra esigenze di bilancio e diritti fondamentali.
La distinzione operata dal Consiglio di Stato tra assistenza didattica e assistenza all’autonomia e alla comunicazione è particolarmente problematica, poiché rischia di minare le basi stesse dell’inclusione scolastica.
Sarà fondamentale monitorare le conseguenze pratiche di questa sentenza e valutare eventuali azioni correttive, sia sul piano giudiziario, attraverso nuovi ricorsi, che su quello legislativo, per assicurare che i diritti degli studenti con disabilità non siano subordinati a mere considerazioni economiche.
Il principio che la garanzia dei diritti fondamentali debba prevalere sulle disponibilità finanziarie è cruciale per un sistema educativo realmente inclusivo e rispettoso della dignità di ogni individuo.
Fonti:
https://www.fishonlus.it/consiglio-di-stato-duro-colpo-a-diritti-studenti-con-disabilita/?fbclid=IwY2xjawEx4MRleHRuA2FlbQIxMQABHd0FBpSMCgP3TlIsoFcrh9cOwLDw2aaP7vy9wxUQXZkuQ6mRjkwCLZ1w1w_aem_99OTiSvEJ0J-hRVSHqPSWg
Il diritto allo studio di uno studente con disabilità? Non può essere una questione di soldi
https://disabilita.governo.it/it/convenzione-nazioni-unite/