Il colpo d’occhio di sala Benigno Zaccagnini del Pala De André, dove tra qualche minuto arriverà il Segretario del PD, nonché del neoesponente di uno dei due partiti di maggioranza del governo ” giallo rosso”, Nicola Zingaretti, a conclusione della festa dell’unità, è notevole.Il popolo del pd è in fibrillante attesa, l’aspettativa è tanta, la voglia di condivisione di una rinascita politica, da tempo auspicata, entusiasma la folla, arrivata da tutta Italia per stringersi attorno al suo leader.
Ma eccolo salire sul palco, assaltato da ex partigiani di partito, un ingresso colorato di bandiere che sventolano con orgoglio, sulle note di “bella ciao”.
Aprono il dibattito i dirigenti e gli oratori che esaltano i temi dell’unità del partito, in un ringraziamento unanime a Nicola Zingaretti che ha saputo tenere insieme il Pd in una prova difficile, attaccando la destra di Salvini polo antagonista, polo della negatività, dell’odio e della regressione che il Pd intende combattere per aprire una pagina nuova per l’Italia.
L’intervento del Sindaco di Ravenna Michele de Pascale, che segue a quelli di Alessandro Barattoni, segretario di Ravenna, a Ouidad Bakkali, vice segretaria regionale, ed a Paolo Calvano segretario regionale Pd.
De Pascale incita a gran voce la platea che lo acclama, dicendo :“non saremo mai il partito di un uomo solo al comando”, dopo avere espresso il proprio sostegno all’azione di Zingaretti. Discorso subissato dagli applausi.È la volta di Zingaretti che prende la parola dopo interminabili minuti di ovazione da parte dei presenti.
Gridano il suo nome e lui si abbassa per abbracciarli, uno ad uno, per far toccare con mano a quella gente assiepata intorno al palco, l’unità e la sintonia di un partito con il suo popolo.
Dopo pochi minuti dall’inizio del suo intervento, accortosi del malore di una signora in platea, è lui stesso ad allertare i soccorsi e, dopo essersi sincerato delle condizioni della poveretta, prosegue nella sua orazione.
“È successo qualcosa in agosto. È tornato il tempo di alzarsi in piedi. – grida al microfono –.
La storia non è già scritta, la possiamo scrivere noi. Adesso si cambia tutto, dobbiamo cambiare, voltare pagina anche rispetto alla regressione culturale e del linguaggio imposta dalla destra. Basta con questo imbarbarimento! Si chiuda la pagina del populismo!
Chiudiamo la stagione dell’odio!”Riferendosi al governo M5S dice : “Il governo giallo-verde è stato costituito in Parlamento fra la prima e la terza forza politica, il nuovo governo Conte è stato costituito in Parlamento fra la prima e la seconda forza politica.
”Ai Cinque Stelle promette e chiede “lealtà” e “rispetto” per costruire insieme una pagina nuova per l’Italia.Un partito che si rispetti deve ispirarsi ai principi di umiltà e di capacità di ascolto, stare fra la gente, per capirne i problemi e per cercare di dare le risposte di cui questa ha bisogno. ” È questa la differenza con la destra,
“La destra, continua, cavalca e strumentalizza le paure ed i problemi delle persone, noi invece i problemi li risolviamo. Dobbiamo trovare le risposte che servono.”Il passaggio sull’unità del partito è fra i più applauditi:
“Ce l’abbiamo fatta, abbiamo combattuto tutti uniti. Finalmente nel Pd si è affermato il primato del noi e si è fermata l’ossessione dell’io.
L’unità è la precondizione per contare e per cambiare la storia.”Parla della sfida per costruire il futuro, dei valori.Due passaggi i più applauditi sulla difesa dei diritti democratici:
“In Italia c’è il reato di apologia di fascismo non il reato di apologia di antifascismo” riferendosi alla vicenda dell’insegnante di Palermo, e sul decreto Pillon aggiunge: “mai l’Italia tornerà indietro a principi di stampo medievale”.
Affronta il tema delle tasse, chiarendo subito la sua intenzione di tagliare i redditi più bassi, poi parla della sicurezza e dice che la battaglia per la sicurezza si fa lottando contro le mafie, contro la corruzione, fornendo più mezzi alle Forze dell’Ordine.
Nella parte conclusiva il punto più importante, del discorso del segretario Pd, che fa un parallelo fra gli anni ’20 del Novecento – gli anni bui del fascismo e della nascita del nazismo – e gli anni ’20 del nostro secolo.
“Se accettiamo la sfida delle idee, se non facciamo vincere la “pigrizia”, se non ci accontentiamo di “essere tornati al governo” dice Zingaretti, “gli anni ’20 che si aprono fra pochi mesi possono avere il nostro segno” perchè “devono essere gli anni della rivoluzione democratica sovranazionale, degli Stati Uniti d’Europa e dell’elezione diretta del Presidente dell’Europa.”
“Gli anni della rivoluzione verde, continua Zingaretti, gli anni della giustizia sociale e della lotta contro le disuguaglianze. Gli anni dei diritti per tutte le persone, a partire dalle donne “.
E conclude citando un sondaggio secondo il quale il Pd è tornato ad essere il partito più votato dai giovani, gridando fra l’entusiasmo del pubblico: “Non vogliamo e non dobbiamo deludervi mai più”.L’incontro sì chiude tra abbracci e saluti di Zingaretti ai suoi elettori.
Tutti tornano a casa con la sensazione che è, per molti una certezza, che questo è l’inizio di un nuovo cammino che ci porterà a vivere una stagione politica all’insegna dell’unità e del dialogo, un partito democratico di rinnovamento che condurrà il nostro Paese a vivere nuovi orizzonti.