Quando si parla di tecnologia non si può non parlare delle nuove frontiere raggiunte in questo campo a favore delle persone con disabilità, sistemi innovativi che, negli ultimi anni, hanno inciso positivamente nei processi di inclusione e di integrazione di quest’ultimi.
Sono diverse le applicazioni di tecnologia per la disabilità utilizzate abitualmente per sopperire ad alcune limitazioni che ostacolano la vita di una persona con delle disabilità.
TECNOLOGIA E POTENZIAMENTO DELLE CAPACITÀ INDIVIDUALI
La tecnologia è un efficace strumento per valorizzare le capacità residue dei disabili e sopperire a delle “mancanze”.
Basti pensare alle illimitate possibilità che i nuovi ausili tecnologici offrono a chi, ad esempio, è privo dell’uso delle mani e che, grazie ad essi, con un semplice comando vocale al proprio computer può scrivere un testo, o a chi, essendo affetto da gravi difficoltà uditive, riesce ad usare liberamente il telefono, ad un non vedente, che può “istruire” un pc per leggerne, ad alta voce, il contenuto sul suo schermo, o ancora, a quanti grazie all’utilizzo di un pc, riescono ad uscire dall’isolamento e dalla solitudine a cui la loro condizione li costringe.
Ma se i benefici sono evidenti non lo è altrettanto come questi individui possano acquisire non solo una piena consapevolezza delle potenzialità della
tecnologia ma possano altresi usufruirne a pieno.
BARRIERE
ALLA PIENA FRUIZIONE DIGITALE
Nonostante la meritevole opera di alcune associazioni, l’impegno di diverse istituzioni e la presenza di buone prassi, sono ancora tante le barriere sociali, organizzative, economiche ed individuali che impediscono una piena fruizione da parte di tutti delle possibilità offerte dalla cosiddetta rivoluzione digitale.
Paradossalmente, infatti, l’avvento della società basata sulle tecnologie dell’informazione può
rappresentare un’ulteriore forma di discriminazione e di esclusione.
La tecnologia diventa sempre più facile e fruibile ma non ancora sufficientemente intuitiva; fattori socio-demografici quali il titolo di studio, l’età, il reddito, influiscono in maniera determinante nell’adozione e nella diffusione delle nuove tecnologie, in particolar maniera nell’utilizzo del PC e di Internet.
È stato osservato come anche all’interno dello stesso nucleo familiare
esista una sostanziale diversità di approccio alle tecnologie, legata principalmente a fattori anagrafici.
Un connotato che legittima a parlare di un evidente “divario digitale”, addirittura nell’ambito di una medesima abitazione.
Dinanzi all’odierno sviluppo delle cosiddette “autostrade digitali”, sarebbe opportuno evitare che
la diffusione delle tecnologie sia dettata da logiche puramente di efficienza ed
economicità.
Tutto questo, non solo per ragioni di equità sociale, ma soprattutto per scongiurare il rischio che in futuro ci si possa trovare costretti a pagare costi sociali ed economici elevatissimi per consentire l’accesso a categorie di cittadini sempre più numerose come le persone fragili.
AUSILI
SU MISURA
Per ogni tipo di disabilità esiste un ausilio specifico, uno
strumento capace, ad esempio, di agevolare i movimenti o di migliorare la visione dello schermo.
Meno di due secoli fa, Louis Braille inventò il sistema di scrittura per i non vedenti.
Un’innovazione rivoluzionaria che ne rese possibile
l’alfabetizzazione.
Un metodo quello del braille cartaceo che, ai nostri giorni, presenta dei limiti oggettivi, essendo piuttosto costoso, e soprattutto ingombrante.
Il computer e le nuove
tecnologie aiutano i disabili a superare questi limiti: un display ed una stampante
braille, un dispositivo “parlante” ed un lettore CD-Rom, possono essere dei validi supporti per superare agevolmente taluni limiti.
Le disabilità sensoriali riguardano principalmente gli ipovedenti e i non vedenti.
Distinzione importante questa, perché mentre gli ipovedenti fanno uso del monitor con particolari
accorgimenti, come l’ingrandimento dei caratteri o il forte contrasto dei
colori per evidenziare i testi, i non vedenti hanno bisogno di supporti esterni.
I primi, infatti, hanno forti difficoltà nel coordinare i movimenti occhio-mano, ovvero quelli che guidano il mouse, a
riconoscere immagini più complesse sullo schermo, a leggere testi scritti in modo non chiaro; i secondi hanno invece bisogno di uno strumento in grado di tradurre i segni raffigurati
sullo schermo in un linguaggio a loro comprensibile.
Coloro che hanno problemi di udito, invece, possono essere in grado di ascoltare determinati suoni, ma non riuscire a riconoscere alcune parole.
Per questi l’utilizzo di un computer che manda avvisi sonori o messaggi vocali, può dunque costituire un grosso ostacolo.
Altri possono avere impedimento del movimento delle braccia o di ridotta coordinazione dei movimenti dovuta a patologie neurologiche e degenerative, come il morbo di Parkinson.
Casi in cui è un problema riuscire puntare il mouse con pressione, ma anche
utilizzare la tastiera può essere complicato: chi ha scarso controllo dei propri muscoli
trova difficile, per esempio, premere due tasti contemporaneamente.
Chi soffre, invece, di disturbi cognitivi o del linguaggio ha, al contrario, difficoltà nel ricordare, nella risoluzione di semplici problemi, nello scegliere e riconoscere le parole che compaiono sullo schermo, ma anche nelle abilità di scrittura.
Le nuove tecnologie cercano dunque di fornire metodi alternativi per rimuovere in vari modi tali limitazioni.
AUSILI PER OGNI TIPO DI DISABILITÀ
Per i non vedenti:
schermo tattile: è un dispositivo costituito da celle che si compongono di otto
elementi, i quali si sollevano o si abbassano per riprodurre i diversi caratteri
braille, dopo aver letto il testo sul computer riga per riga.
Tastiera braille: è una speciale tastiera che contiene sei pulsanti corrispondenti ai sei
caratteri alla base dell’alfabeto braille, ed altri con diverse funzioni.
Stampante braille: utilizzando un programma di conversione del testo, questa consente di stampare un testo direttamente in braille.
Riconoscimento e sintesi vocale: si tratta di programmi che permettono di dare
qualunque tipo di comando al computer attraverso la voce, oppure di “leggere” e
tradurre i testi presenti nel PC in suoni e parole.
Per chi ha problemi di utilizzo delle mani e delle braccia o di coordinamento dei
movimenti: il proteggitastiera è un dispositivo, in plastica, che copre la tastiera distanziando i tasti
l’uno dall’altro, per impedire che nello scrivere non ne venga premuto più di uno
contemporaneamente, o che comunque sia più agevole visualizzare il tasto che si vuole
usare.
Il supporto per i polsi è utile a chi non riesce a
tenere per troppo tempo il braccio in sospensione nello scrivere.
Le aste per bocca, applicate sulla fronte o “mentoniane” sul
mento, permettono di premere i tasti del computer guidando i movimenti dell’asta
stessa con la bocca o con il movimento del capo.
Per i disabili cognitivi, sul mercato ci sono ormai diverse soluzioni come tastiere semplificate, schermi tattili e software didattici, che favoriscono l’interazione con il PC e la riabilitazione.
TECNOLOGIA E DISABILITÀ: LE BARRIERE DI COMUNICAZIONE
Le tecnologie dell’informazione contribuiscono incontestabilmente all’integrazione dei disabili nella società.
Gli ausili mettono in grado, anche chi ha gravi infermità, di poter usare in completa autonomia un PC e di ridurre notevolmente la loro disabilità.
Un fattore, questo, determinante che va ad incidere sensibilmente nell’incremento delle
persone che riescono a condurre una vita “normale” sia a livello scolastico
che lavorativo.
Spesso si tratta, infatti, semplicemente di capire quale sia il posto giusto da
assegnare in azienda ad una persona disabile che, se dotata degli opportuni strumenti, e messa in condizione di poter compiere le proprie mansioni,
sarà in grado di svolgere correttamente le attività che le verranno assegnate.
Ma se da
un lato l’informatica e la telematica offrono moltissime possibilità di valorizzare
persone disabili, al contempo esse possono potenzialmente creare nuove barriere.
Alcuni dei problemi che l’utente disabile può incontrare nell’utilizzo della tecnologia,
nascono dal fatto che i prodotti standard non tengono spesso conto, nel loro processo produttivo, delle sue peculiarità soggettive.
Sebbene le limitazioni, non siano, infatti, inerenti alla tecnologia, che è caratterizzata da un’enorme flessibilità,
paradossalmente, esse derivano dalle mancate richieste poste alla tecnologia stessa.
Le interfacce grafiche, di fatto, possono diventare un limite insormontabile per chi non può vedere la freccia del mouse muoversi sullo schermo o di chi non è in grado di selezionare un’icona sul desktop, sembra essere un
apprezzabile passo avanti verso la semplificazione dell’uso del computer, ma può anche rappresentare un problema difficilmente superabile per chi non riesce a vederla.
Le nuove tecnologie possono migliorare la qualità della vita per le persone disabili
solo se sviluppate secondo criteri che permettono a tutti di
utilizzarle.
Per fare in modo che la tecnologia sia effettivamente uno strumento di integrazione
sociale e di crescita democratica è necessario rispettare degli accorgimenti
che permettano a chi ha particolari disabilità, di superarle senza
incorrere in nuovi ostacoli.
Tra i sistemi che agevolano la comunicazione delle persone con disabilità, si annoverano smartphone per ipovedenti e applicazioni per persone disabili.
Anche in questo campo l’evoluzione della tecnologia è stata veramente importante, telefonini di ultima generazione, tablet e personal computer possiamo dire che non discriminano nessuno, ma possono essere utilizzati indifferentemente da tutti.
In quest’ottica, qualsiasi persona viva una situazione di disabilità temporanea o permanente, può comunicare senza preclusioni con il mondo esterno.
ACCESSO ED ACCESSIBILITÀ
L’accesso alla tecnologia non rimanda automaticamente alla sua accessibilità.
“Accessibile” e “accessibilità” vanno distinti dall’“accesso” poiché quest’ultimo si identifica con la disponibilità di hardware, software ed infrastruttura.
L’“accessibilità” indica, invece, la possibilità o meno di utilizzo da parte dell’utente finale.
Un design accessibile è quello che permette alla persona con
disabilità di poter utilizzare il World Wide Web o un computer in maniera funzionale
alle proprie esigenze.
Un design è essenziale per rendere Internet realmente
universale.
È possibile fare in modo che Internet diventi un supporto insostituibile nella formazione e nel
lavoro di una persona disabile.
Affinché la rete sia fruibile da tutti, senza penalizzazioni dovute a disabilità, il
World Wide Web Consortium, ha promosso la WAI: Web Accessibility, un’iniziativa volta ad individuare e suggerire criteri di realizzazione dei siti web tali da permettere la fruizione delle informazioni, in essi contenute, a prescindere dalle disabilità eventualmente presenti nel soggetto.
Secondo i parametri del WAI, è accessibile un sito che non presenti barriere, un sito che sfrutti i cosiddetti
“equivalenti testuali”, concepiti come parte integrante delle pagine dello stesso, associati
alle componenti non testuali, come grafici, immagini e animazioni.
La versione “solo testo” viene considerata una soluzione secondaria, alla quale si ricorre quando non è
praticabile quella canonica.
Secondo studi recenti, i soggetti con epilessia sono insofferenti ai normali monitor e questo li costringe a far uso di schermi a cristalli liquidi, che hanno però ancora un costo troppo elevato rispetto
a quelli a tubi catodici.
Con un equivalente
testuale, la pagina può essere convertita in una sintesi vocale, braille, e testo
visualizzato sullo schermo, con il coinvolgimento di uno dei diversi sensi, in maniera tale da rendere il sito accessibile a diverse categorie di disabili e rendere così fruibili anche le immagini a chi non può vederle o ha specifiche problematiche.
TECNOLOGIE PER L’AUTONOMIA
L’evoluzione tecnologica degli ultimi decenni, ha dato origine a molte innovazioni che sono diventate strumenti di autonomia ed integrazione per le persone più vulnerabili della nostra società.
Ciò che fino ad alcuni anni fa era considerato impossibile, oggi è diventato realtà.
Ad oggi possiamo contare su una vasta gamma di dispositivi che rientrano nelle nuove tecnologie per la disabilità, a vantaggio della piena autonomia e dell’assoluta libertà.
Carrozzine elettroniche o scooter elettrici sono diventati di uso comune, li incontriamo dappertutto nei centri commerciali, nei centri storici, nelle zone riservate al solo traffico pedonale e perfino sulle nostre spiagge.
Pratici dispositivi che permettono a chiunque abbia difficoltà di movimento di vivere situazioni ed eventi che altrimenti sarebbero preclusi a coloro che hanno una ridotta mobilità.
È questo il caso dell’adattamento degli autoveicoli con speciali sistemi di guida, facilmente utilizzabili anche da parte di chi abbia degli impedimenti motori agli arti.
DISABILITÀ E TECNOLOGIE DIDATTICHE
I sistemi informatici sono di fondamentale importanza anche nelle scuole, in quanto permettono a ragazzi disabili di frequentare e completare un percorso di studi, nonostante il loro handicap.
TECNOLOGIA COME OPPORTUNITÀ
Accanto ai dispositivi di larga diffusione, vanno altresì menzionati quelli meno comuni, come l’esoscheletro, un apparecchio cibernetico esterno, in grado di potenziare le capacità fisiche di chi se ne avvale, che consiste in una sorta di “muscolatura artificiale”.
Per non parlare delle varie app al servizio della disabilità o delle più ampie soluzioni che la tecnologia mette a disposizione di chi nella disabilità, trova in primis un impedimento fisico che ne condiziona la vita di tutti i giorni.
CASA TECNOLOGICA E INTELLIGENTE: LA DOMOTICA
L’obiettivo della casa tecnologica, è fondamentalmente quello di migliorare la qualità della vita dei diversamente abili nel proprio ambito domestico, attraverso la progettazione o l’adeguamento ambientale con la dotazione di strumentazioni di controllo, ma anche mediante la predisposizione di ausili per l’eliminazione delle barriere architettoniche, al fine di facilitare lo svolgimento delle azioni rese difficili dalla situazione di disabilità, facilitando notevolmente il monitoraggio a distanza di una persona con fragilità, oltre che a permettere al disabile stesso di comunicare, non solo i bisogni legati alla propria condizione, ma anche quelli di auto-realizzazione e di gestione autonoma del suo spazio di vita.
Non manca, soprattutto negli ultimi anni, una particolare attenzione alla sensibilizzazione e promozione dell’importanza che la domotica può concretamente avere nella quotidianità di chi abbia un deficit fisico o psichico.
Quando si parla di Home Care si fa riferimento alla connessione dell’impianto domestico con l’esterno tramite internet e dispositivi a basso costo, sistemi che permettono il monitoraggio dello stato del soggetto e il rilevamento dei suoi parametri fisiologici.
Una modalità adottata nelle costruzioni di case destinate a persone con disabilità, che consente un rapido intervento di soccorso in caso di situazioni di emergenza.
La domotica è anche un ottimo veicolo per l’integrazione sociale, agevolata
da un ambiente fatto a “misura di disabile” nel quale poter vivere in piena autonomia.
DISABILITÀ MENTALE E CASA INTELLIGENTE
Si è soliti pensare alla casa tecnologica come luogo privo di barriere architettoniche, dotato di tecnologie avanzate al servizio di persone con una disabilità fisica o come abitazione per chi si muove in carrozzina.
Pochi sanno, però, che una casa domotica è la soluzione migliore anche quando la menomazione dalla quale si è affetti, è mentale, dato che la gestione della casa stimola l’individuo a sentirsi autonomo, spingendolo a creare un vero e proprio legame con essa.
Questo riduce al minimo il ricorso all’intervento di un educatore esterno.
Rendere, infatti, la casa sicura ed “educativa” grazie ai pacchetti di soluzioni per la domotica, conferisce
a quest’ultima un ruolo di punta nel percorso rieducativo della persona.
Per funzione “educativa”, si intende l’introduzione di strumenti e di tecnologie elettroniche che supportano il disabile nella gestione della casa e nel normale svolgimento delle sue azioni quotidiane.
DISABILITÀ FISICA E CASA INTELLIGENTE
Sono numerose le strumentazioni tecnologiche che possono essere adottate nella costruzione di un’abitazione intelligente, a partire dall’apertura automatica delle porte, al controllo di serrande e tende, a quello delle luci con comando vocale e svariati altri esempi di progettazione computerizzata.
Domotica però non significa esclusivamente strategie per disabili, nei confronti dei quali essa assume sicuramente tutta un’altra valenza, ma rappresenta un’ottima alternativa per tutti, che possono ottenere dalla stessa un maggiore livello di comfort all’interno
della
propria abitazione o nell’ambito di un’attività lavorativa.
“DOMOTICA PER L’AUTONOMIA” E “DOMOTICA PER LA SICUREZZA”
La “domotica assistenziale” è la creazione di alloggi protetti per chi necessita di un’assistenza domiciliare o sanitaria costante, casi in cui, nello spazio circostante, vi è la predominanza di strumenti aventi come obiettivo l’automazione, il tele monitoraggio e la tele assistenza.
La domotica per l’autonomia include tutti i dispositivi tecnologici che aiutano la persona “debole”, a interagire con l’ambiente che lo circonda, malgrado la presenza delle sue difficoltà motorie.
Per domotica per la sicurezza si intende, invece, il voler aiutare le persone con disabilità cognitive, controllando al loro posto i dispositivi domestici per un maggiore benessere e sicurezza nella casa.
Due circostanze in cui la tecnologia permette di superare determinati ostacoli e di conferire, a chi ne è privo, una maggiore autonomia, dando loro la possibilità di continuare a vivere nella propria abitazione piuttosto che in case di riposo o in residenze protette.
CASA TECNOLOGICA E DISPOSITIVI PER OGNI SITUAZIONE
La domotica oggi interviene sia per azioni semplici come la gestione di tapparelle, riscaldamento e climatizzatore, sia per azioni più complesse.
Per attivare un sistema domotico è sufficiente premere sul telecomando o su un applicazione dello smartphone.
Se si tratta di installare soluzioni per una casa tecnologica adatta a chi, ad esempio, ha problemi di udito, non mancano i segnalatori luminosi per le chiamate al telefono o se qualcuno suona al campanello oppure, se la persona ha invece problemi di movimento, sono in commercio sensori che ne rilevano la posizione segnalandone le eventuali cadute e dando altresi immediata allerta ai soccorsi.
Lo spioncino stesso sulla porta può, ad esempio, trasformarsi in un monitor connesso al tablet posizionato all’ingresso della casa, oppure possono essere installati una serie di sensori antigas, anti allagamento, dispositivi antincendio e sistemi di videosorveglianza.
In definitiva, la tecnologia per una persona che vive una condizione di disagio, rappresenta dunque non soltanto un’opportunità di autonomia, ma di inclusione sociale e l’evoluzione delle innovazioni in rapido sviluppo, alimenta la speranza del raggiungimento di traguardi futuri sempre più ambiziosi.