“Siate più forti dell’autismo e non vi farà più paura”

Vivere con lo spettro autistico è una condizione molto delicata che fa star male non solo chi ne è stato colpito, ma anche i suoi familiari.

In tutto il mondo, sono oltre 78 milioni le persone che ne soffrono, numerose sono quelle tra di esse, a non ricevere il giusto sostegno sia dal punto di vista socio sanitario che da quello dell’istruzione.

“Sino al compimento del suo nono mese di vita, la mia piccola, rideva, batteva le manine, giocava, mi sorrideva.

Era una bimba come tante, ma tre mesi dopo è cambiato tutto.

La nostra piccolina era assente, non c’era più…

Se ne stava sempre da sola, se la chiamavo non mi rispondeva, non interagiva più con nessuno”.

Claudia racconta la sua storia di mamma di una bambina con lo spettro autistico, un disturbo che si manifesta con la difficoltà per chi ne soffre, di stabilire rapporti sociali.

Le persone con autismo tendono a chiudersi in sé stesse, non riescono a comunicare con l’esterno ed assumono comportamenti limitati e ripetitivi.

Una neurodiversità la cui causa si fa risalire a fattori di natura genetica ed ambientale.

Un disturbo, la cui complessità richiede necessariamente il coinvolgimento di equipe di professionisti che, attraverso vari test ed accurate indagini cliniche, giungano a formularne compiutamente la diagnosi.

“Ricordo bene il giorno in cui abbiamo ricevuto la diagnosi di nostra figlia, come potrei dimenticarlo” – racconta Claudia -.

“Consulti, visite, incontri, nessuno sapeva dirci cosa avesse la mia bambina.

Alla fine, le parole del medico a gettare il panico nella nostra famiglia: “Spettro autistico”.

Credo sia stato quello il momento più duro da affrontare, quello in cui il Terrore e lo Smarrimento sono entrati a far parte per la prima volta nella mia vita.

Parole che suonano, ancora oggi come allora, come una sentenza di condanna per una mamma che si sente morire quando le ascolta.

Inizi a darti colpe che non hai, sino ad annullarti completamente, finché un giorno inizi a guardare tuo figlio con occhi diversi, cercando disperatamente un suo sguardo, nella consapevolezza, ben chiara dentro di te, che il tuo è un desiderio che non si potrà mai avverare, non nella misura in cui vorresti che fosse, perché in fondo al tuo cuore di madre, sai bene che tua figlia non è, e non sarà mai come gli altri bambini.

E allora non ti resta che imparare a lottare strenuamente, con le unghie e con i denti, contro tutto e tutti, tirare fuori lati di te che non conoscevi ancora, anche se spesso lo sconforto per quanto ti sia capitato, sconvolgendo tutte le aspettative che un genitore sogna per i propri figli, prende inesorabilmente il sopravvento e vorresti farla finita, mollare tutto.

Non c’è nulla di semplice in tutto questo, non ci sono altre opzioni, non hai altra scelta che combattere contro un mostro, per certi aspetti oscuro, che imprigiona il tuo bimbo in una bolla dalla quale, persino tu mamma, che lo hai sentito per nove mesi crescere nel tuo grembo, sei tenuta fuori.

È un percorso tutto in salita di cui nessuno può conoscere l’epilogo.

Non sappiamo cosa ci riserbi il futuro, non voglio pensarci, mi spaventa farlo.

Tutto ciò che so, è che dalla mia esperienza ho tratto un insegnamento di cui ho fatto tesoro e che oggi desidero condividere con tutte le mamme che soffrono per i loro figli, esortandole ad essere più forti dell’autismo stesso e di Lottare e Sfidarlo ogni giorno, vedrete che alla fine l’incubo si trasformerà e non vi farà più paura come prima.

I bambini autistici, in fondo, non sono poi così diversi da quelli normali, hanno solo bisogno di noi”.

Fonte: https://www.marionegri.it/magazine/autismo

Mirella Madeo

Giornalista pubblicista ed Avvocato, disabile. Ho 50 anni e vivo a Ravenna.

Ultimi articoli